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Lavoro e passione, così il Salento potrà decollare

Lavoro e passione, così il Salento potrà decollare

da | 9 Gennaio 2019 | News | 0 commenti

Riflessioni del Presidente del GAL, dott Cosimo Durante, sul modello di sviluppo del nostro terriotorio   Abbiamo letto con grande attenzione l’intervento del Presidente di Confindustria  Lecce Giancarlo Negro  pubblicato qualche giorno fa sulla Gazzetta del Mezzogiorno  il quale si addentra in una  analisi sulla situazione attuale  del nostro territorio  e sulle prospettive  . Si tratta di una analisi ben articolata con la quale il Presidente Negro  cerca di mettere a nudo i diversi aspetti  ponendo  in essere le tante criticità ed utili interrogativi.   Lo stesso analizza in maniera dettagliata  e per comparti  i diversi momenti  auspicando una ripartenza con  il richiamo all’assunzione di responsabilità da parte di tutti. Responsabilità che ci porta ad un serio approfondimento delle tante questioni e  sollecita una  ulteriore presa di coscienza  non solo del singolo  ma un richiamo forte alla PASSIONE ed al CORAGGIO collettivo.   Spesso guardandoci intorno  sembra che nonostante,  le classifiche di qualche tempo fa che ci indicavano che questo territorio si era incamminato  sulla strada giusta ,  i dati attuali ci dicono  come  sottolineato dal presidente Negro  di essere in affanno  e che questo territorio ha quasi perso lo smalto dei tempi migliori, quando si aveva  un’idea forte  da promuovere e da vendere.   Le classifiche, per quello che servono,  ci fanno notare continuamente che bisogna fare i conti con la fame di lavoro e di redditi bassi fattori questi comuni a tutto il Sud d’Italia ed è questo un fatto dal quale non possiamo esimerci dal prendere in seria considerazione   e cercare  anche se con difficoltà di ribaltare.   La spinta buona, data dal modello di sviluppo  che avevamo offerto al territorio nel corso di un quindicennio  si sta esaurendo ed il rischio sta  che  al centro della scena restano vecchie quinte di scenografia che nascondono la polvere  successivamente  accumulata. La lettura delle classifiche, dei vari rapporti dei diversi osservatori dovrebbero aiutarci a far si di imprimere una sferzata alla coscienza critica del mondo politico e istituzionale e , invece, mi pare  che  si scontrino improduttivamente  con la rassegnazione che  serpeggia  in una collettività che dovrebbe  invece pensare  in grande, come si faceva un tempo,  quando una classe politica  più matura   e responsabile apriva la strada che molti avrebbero poi  dichiarato di seguire. Farlo oggi sarebbe un segnale  di coraggio per dare ai nostri giovani la voglia di riprogrammare il software del futuro.   Guardando alle esperienze positive degli anni precedenti l’esplosione della crisi economica,  e rimpiangendo una mobilità e una vivacità che si sono perdute nelle Amministrazioni Locali, Province e Comuni,  penso che una linea di speranza  possa ancora  esserci.   E’ stato molto interessate qualche giorno fa partecipare ad un convegno presso il Rettorato organizzato  dall’Università del Salento dove di è discusso di “ Capitale Territoriale e  Sviluppo”  dove però si è notata la presenza positiva di tanti studenti ma anche purtroppo l’assenza dei cosiddetti portatori di interesse generale ( esponenti politico/istituzionali ed imprenditori) dove  dal confronto sono emerse riflessioni a più voci esaminando tutti gli elementi utili che formano la ricchezza  del territorio, tenendo presente non solo la crescita economica, ma anche la tipologia  delle attività che ivi  operano, il suo paesaggio, il patrimonio materiale ed immateriale, una serie  di altre caratteristiche   che ne caratterizzano il Know-how, al fine  di ricercare  e individuare  specificità che possono essere valorizzate. Abbiamo esaminato  le tante buone prassi del passato, i tempi della Programmazione Negoziate(Patti territoriali), le belle esperienze nate con la concertazione dal basso  dei PIT, PIS, Aree Vaste i diversi  Piani di Sviluppo che hanno visto la luce grazie ai GAL con l’approccio LEADER  che ha portato alla valorizzazione del territorio guardando alla diversificazione e ad un modello integrato con grandi opportunità per lo sviluppo sostenibile e con risultati straordinari .   Certo non si può fare a meno di condividere le preoccupazioni del Presidente Negro riferite ad una burocrazia spesso asfissiante , invasiva e poco incline alla flessibilità  come pure nel cogliere le preoccupazioni rispetto alcuni temi importanti quali le Opere Pubbliche , i Trasporti e le Infrastrutture  per i quali ovviamente si attendono  i dovuti riscontri spero positivi dovuti ad alcune leggi approvate come  lo Sblocca Italia la tanta attenzione sulla riforma delle Autorità di gestione dei Porti  con mission  più a dimensione competitiva a favore dei territori, ecc..   Diverso approccio  credo si debba avere su altri temi come per il Turismo   settore il quale in tempo di crisi è l’unico in costante tenuta o crescita,  dove le tante ombre finalmente si schiariscono e diventano luce  e bussola di orientamento grazie ad una più  coordinata, organizzata e sistemica programmazione  che guarda ad una RETE TERRITORIALE di INSIEME  dove   Turismo finalmente va a braccetto  con l’Agroalimentare, con il Sistema Ambientale e Culturale   e quindi verso una integrazione intersettoriale  e dove il Turismo  sempre in un quadro di utile valorizzazione di tutte le risorse territoriale  di tipo produttivo,  sociale, cognitivo, relazionale, ambientale , insediativo e  infrastrutturale di qualità può e potrà continuare a fare la differenza  anche incentivando alcuni settori come la Sanità puntando, sul Turismo sanitario e del benessere al fine di valorizzare le eccellenze esistenti e di far decrescere la spesa sanitaria  fuori regione.   E se alcuni dati ci dicono che in alcuni settori  va bene non solo per le produzioni tipiche locali  e che in Agricoltura  e Turismo  e speriamo in futuro  anche per la pesca ed il Tessile c’è un ritorno di attenzione  da parte dei giovani e delle donne  se, si scopre  sempre più e con soddisfazione  che la DIETA MEDITERRANEA  (elemento identitario  anche salentino)  ed il brand made in Italy è il terzo più importante  al mondo dopo Visa  e Coca Cola allora significa che qualcosa sta cambiando.   Non possiamo nascondere che il fenomeno Xylella ha di fatto fortemente danneggiato la nostra agricoltura riferita innanzitutto alla Olivicoltura  da sempre coltura di primaria importanza non solo di tipo identitario ma anche economico ma, ovviamente, abbiamo il dovere  di guardare  al resto delle nostre produzioni e cercare di  accompagnare questa  terribile fase cercando nelle nuove cultivar la possibilità di reimpianto  e guardare alla diversificazione con maggiore fiducia . L’agricoltura  rimane una delle nostre migliori risorse sul quale il territorio  deve e può continuare a punture. Abbiamo un’agricoltura  di altissima  qualità che va  innanzitutto  difesa e  poi promossa . Promossa in un’ottica che guardi all’internazionalizzazione in quadro d’insieme armonioso e di sintesi tra  i diversi livelli istituzionali ponendo la giusta attenzione alle  diverse peculiarità espressive  del territorio e che possono significare “ fare la differenza”.   Sarebbe interessante aprire un focus permanente  di discussione sulle tante questioni poste dal Presidente di Confindustria Lecce  , dal Marchio Salento a sostegno dell’identità e del perché i tanti sforzi del Marchio d’Area  “SALENTO D’AMARE ”  e finito nel dimenticatoio ; interrogarsi sul perché nonostante i tanti lotti disponibili  nelle diverse zone per insediamenti produttivi  non si parli  di Insediamenti Diretti Esteri (IDE) ?  Sul ruolo strategico della nostra Università, il mondo della scuola  ed il mondo delle imprese?  ecc.   Per concludere credo con modestia ed umiltà che il modello di salento che abbiamo confezionato  quasi dal nulla tra il 1995 e il 2009 in Provincia di Lecce resta un fatto di portata storica e di alto profilo nazionale.  Riprendiamo quel modello e riportiamolo al centro dei nostri impegni quotidiani   rimodulandolo nell’ottica dei tempi attuali cercando di attuare un modello  di sviluppo locale di tipo Partecipativo con l’avvio di sistemi di CO_GESTIONE locale  sentendoci tutti “Agenti di supporto  “ promuovendo uno sviluppo sempre più integrato di tipo verticale incentivando la multifunzionalità ed orientando  la creazione di legami forti intersettoriali con il preciso obiettivo di sostenere l’innovazione guardando con attenzione e razionalità ad un doveroso ricambio generazionale.   Ovviamente alla base di tutto ci deve essere la consapevolezza  e la disponibilità verso un preciso CAMBIO di MENTALITA’   e Credere  nell’avvio di percorsi che ci porteranno   quasi certamente  VERSO NUOVE ROTTE.  
Cosimo Durante

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