Gruppo d’Azione Locale Terra d’Arneo

Loghi Istituzionali
GAL Terra d'Arneo

Guagnano

Dove si trova

Regione

Puglia

Provincia

Lecce

Zona

Italia Meridionale

Popolazione

5.943 (M 2.857, F 3.086)

Densità

157,3 per Kmq

Superficie

37,79 Kmq

Codici

CAP

73010

Prefisso telefonico

0832

Codice ISTAT

075034

Codice catastale

E227

Informazioni

Denominazione abitanti

guagnanesi

Santo Patrono

Madonna del Rosario

Festa patronale

7 ottobre

Sagre ed eventi

Musei

Tipicità

Guagnano (con la frazione di Villa Baldassarri, già feudo di San Giovanni Monicantonio), si identificò per secoli con il proprio bosco, che costituiva un brano integrale dell’immensa foresta di Oria. Ai suoi margini furono erette una serie di masserie che sfruttavano le macchie limitrofe per scopi produttivi. Dimensione rurale, tradizione, religiosità e devozione si intrecciarono con la quotidianità, dando vita ad eventi leggendari legati alla costruzione degli edifici di culto locali. Come accadde per la cappella extra moenia della Madonna dell’Acqua, invocata in occasione di una siccità, o per la chiesa matrice, edificata sul luogo in cui un toro(o un bue, in un’altra versione) rinvenne un affresco di Maria con una corona tra le mani. Si tentò invano di asportare la sacra icona della Madonna del Rosario per collocarla nella chiesa parrocchiale ma era del tutto evidente che la Vergine non volesse abbandonare quel sito. L’attuale chiesa, dedicata all’Assunta, fu edificata nel XVIII secolo sulla fondazione precedente e conserva nel transetto destro l’immagine miracolosa. L’elegante facciata barocca si confaceva ai caratteri di nettezza e di sobrietà del piccolo centro urbano, già identificati da Cosimo De Giorgi alla fine dell’Ottocento: «questo paesino ha delle vie regolari e diritte, la più larga delle quali mette sulla piazza comunale, dove è pure la chiesa parrocchiale moderna. E’ piuttosto pulito, ed ha delle case basse e imbiancate all’esterno […]». Strade strette e graziose, vicoli e case a corte restituiscono le atmosfere genuine d’altri tempi e il senso di sacralità del vicinato. La stessa cura per l’abitato si rifletteva anche nelle aree rurali circostanti, dove regnava un’estesa «coltivazione di ulivi e di fruttetti». L’operosità e l’esperienza agricola della comunità locale hanno determinato un’importante attività di coltivazione della vite, con la produzione di uve da tavola o da destinare alla vinificazione. I produttori locali esportano vini di eccellenza e li valorizzano attraverso eventi come il “Premio Terre del Negroamaro” e le attività del “Museo Centro Studi del Negroamaro”, una vera e propria celebrazione dei piaceri di Bacco. Nel Museo, ospitato presso un ex palmento, si ricostruiscono i processi di produzione del vino; dalla raccolta all’imbottigliamento, gli antichi strumenti di lavoro e il materiale audiovisivo propongono le diverse fasi di lavorazione delle uve, in cui convivono elementi tradizionali e tecniche innovative. Fra ieri e oggi, la valorizzazione del prodotto non può prescindere dalla conoscenza del paesaggio; degustazioni ed escursioni guidate nel territorio, tra oliveti secolari e vitigni autoctoni, tra masserie e casine di campagna, sono fondamentali per comprendere appieno il milieu del Negroamaro e l’esperienza secolare dei lavoratori della terra. Una tradizione ancora molto viva è quella delle Tavole di San Giuseppesolidarietà, enogastronomia e fede rivitalizzano tutta la comunità. Le famiglie di devoti preparano piatti succulenti da offrire ai più bisognosi e allestiscono la cosiddetta matthra, una tavola arricchita da fiori freschi e apparecchiata con le tovaglie più preziose. Un carro con la Sacra Famiglia percorre le vie del centro e raccoglie doni da destinare ai meno abbienti.

Galleria

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